In questo periodo di emergenza coronavirus l’avvocato che fa pubblicità promuovendo proficue cause di risarcimento del danno alla salute causa coronavirus detto COVID 19 potrebbe subire una sanzione disciplinare dal proprio Ordine di appartenenza.
L’organismo congressuale forense ha emesso una circolare con la quale stigmatizza il comportamento dell’avvocato che durante l’emergenza coronavirus COVID19 approfitta della situazione per accaparrarsi clientela. Se quindi durante questa emergenza coronavirus COVID19 l’avvocato fa pubblicità, per esempio, per proficue azioni risarcitorie nei confronti di medici impegnati nella cura di pazienti affetti da COVID19 coronavirus, oppure in costanza di questa pandemia coronavirus COVID19 l’avvocato promuove vertenze contro strutture per anziani per accaparrarsi clientela, potrebbe essere sanzionato dal proprio ordine di appartenenza per violazione dei principi etici dell’avvocatura.
Questo tipo di sanzione viene comminata in quanto l’avvocato che collega l’emergenza coronavirus COVID19 all’opportunità di risarcimento del danno alla salute secondo il consiglio nazionale forense CNF crea un danno all’immagine dell’Avvocatura violando le regole di corretta comunicazione rispettosa della responsabilità sociale dell’avvocato soprattutto in periodo di emergenza coronavirus COVID19.
La segnalazione è arrivata anche dalla Federazione nazionale degli Ordini dei Medici che ha segnalato il diffondersi di questa pratica da parte di qualche avvocato durante l’emergenza coronavirus. In particolare si è rilevato che, per danno alla salute da coronavirus, qualche avvocato ha incentivato, offrendo consulenze gratuite, vertenze contro medici, strutture ospedaliere o strutture per anziani.
Anche la Cassa di previdenza dei medici ha presentato un esposto urgente all’Autorità garante della concorrenza per la scorretta pubblicità, tenuto soprattutto conto del periodo di emergenza coronavirus, COVID19 di qualche avvocato contro le strutture sanitarie, medici e strutture per anziani.
Coronavirus COVID19 avvocato studio legale
L’avvocato o lo studio legale che durante il coronavirus COVID19 verrà segnalato al proprio Ordine di appartenenza subirà un’istruttoria per verificare se la pubblicità effettuata dall’avvocato o studio legale per la promozione di cause per coronavirus COVID19 abbia o meno assunto la forma illegittima di pubblicità per accaparramento clientela si sensi dell’art. 37 del Codice deontologico.
L’avvocato o studio legale che in emergenza coronavirus COVID19 viola le disposizioni deontologiche sull’accaparramento della clientela pubblicando messaggi che invitano alla proposizione di cause contro medici, strutture ospedaliere, strutture per anziani per mala gestio dei casi coronavirus a mezzo di avvocato rischia la sanzione della censura cioè di biasimo formale da parte dell’Ordine di appartenenza.
L’avvocato o studio legale che in emergenza coronavirus COVID19 porta avanti pratiche scorrette pubblicitarie di promozione di vertenze che sfruttano le debolezze dei singoli potenziali clienti durante la pandemia coronavirus rischiano anche la denuncia all’autorità garante della concorrenza.
Vi sono stati anche casi in cui alcune aziende hanno fornito assistenza legale gratuita attraverso un proprio avvocato interno o studio legale per ogni evenienza derivante da emergenza coronavirus COVID19 pur avendo oggetto sociale diverso dalla tutela legale.
Queste aziende che forniscono consulenza da parte di avvocato interno o studio legale contro casi di malasanità da coronavirus COVID19 rischiano invece una denuncia nei confronti dell’autorità garante della concorrenza.
I casi segnalati, secondo comunicato dell’Organismo congressuale forense, di avvocato o studio legale che fa pubblicità contro la malasanità da coronavirus COVID19 restano circoscritti e la categoria di avvocato o studio legale resta vicina a chi, in questo periodo di pandemia da coronavirus COVID19, mette a repentaglio la propria vita ogni giorno a sostegno dell’emergenza coronavirus come medici, infermieri di strutture ospedaliere o di strutture per anziani.
COVID19 Coronavirus avvocato per sanzione
In molti d’altro canto in questo periodo di emergenza coronavirus si sono rivolti ad un avvocato per la sanzione subita per violazione delle disposizioni sul contenimento del coronavirus COVID19.
Se nel primo periodo di emergenza coronavirus COVID19 alcuni si rivolgevano all’avvocato per una sanzione di tipo penale cioè l’ammenda o l’arresto, in questa seconda fase di norme per il contenimento del coronavirus COVID19 chi si rivolge all’avvocato lo fa per una sanzione di tipo amministrativo.
Per sanzione di tipo penale come l’ammenda la nomina dell’avvocato o d’ufficio o di fiducia era obbligatoria in quanto la difesa nel procedimento penale non è facoltativa e, sia nel caso in cui il trasgressore avesse voluto opporsi al decreto penale di condanna, sia nel caso contrario, per questa sanzione penale per coronavirus l’avvocato doveva essere nominato o di fiducia o d’ufficio dalla Procura.
La nomina dell’avvocato per sanzione di tipo penale in emergenza coronavirus COVID19 doveva avvenire contestualmente alla notifica della contravvenzione. Quindi la nomina di fiducia o d’ufficio dell’avvocato per sanzione per violazione delle disposizioni sul contenimento del coronavirus poteva avvenire nel momento in cui il trasgressore veniva fermato dalle Forze dell’Ordine o, nel caso in cui la sanzione fosse stata notificata successivamente alla violazione la nomina dell’avvocato poteva avvenire successivamente al controllo delle Forze dell’Ordine.
Successivamente al decreto del 25 marzo 2020, con la trasformazione della sanzione di tipo penale in sanzione di tipo amministrativo per violazione delle disposizioni sul contenimento del coronavirus COVID19 per quest’ultimo tipo di sanzione per coronavirus COVID19 la nomina di un avvocato non è richiesta al momento della irrogazione della sanzione. La nomina di un avvocato per questo tipo di sanzione in emergenza coronavirus COVID19 può avvenire nel caso in cui il soggetto che ha subito la sanzione voglia dimostrare di avere avuto i requisiti per poter circolare in emergenza coronavirus.